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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1833
LA MESSA DER PAPA
Tra le spalle d’un sguizzero1 e un curiale,
Sibbè2 cc’avessi tutto er corpo pisto,
Jeri, a Ssampietro, er gran Ponte-ficale,
Pezzo sì, ppezzo nò, ttanto3 l’ho vvisto.
E vvedde4 quanno ar Papa un Cardinale,
Cor una faccia da bbecco futtristo,5
Salito sopr’ar trono cór piviale,
Je diede un bascio come Ggiuda a Ccristo.
Questo se chiama dà la pasce,6 Meco;7
Ma ssi cche8 ppasce a li Papi viventi
Diino sti rossi pò ccapillo un ceco.
Ché mmentre er Papa che li vò ccontenti
Se spènzola pe’ ddijje er zu’ Pasteco9
Loro, in core, risponneno: “Accidenti.„
Roma, 6 gennaio 1833
- ↑ Uno svizzero della guardia.
- ↑ Sebbene.
- ↑ Purtuttavia: ad ogni modo.
- ↑ Vidi.
- ↑ Allenimento di aggiunto ingiurioso.
- ↑ Dar pace.
- ↑ Accorciativo di Domenico.
- ↑ Se che: quale.
- ↑ Pax-tecum.
Note
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