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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1835
LA MORMORAZZIONE
Avete inteso cos’ha ddetto er frate?
“Chi mmormora, fijjoli, va a l’inferno.„
Dunque, cristiani mii, si1 mmormorate,
Ve scallerete er culo in zempiterno.
Se2 vede arricchì un omo in du’ ggiornate?
Ecco come se disce: ha vvinto un terno.
Sentite un antro3 a ddì bbuscìe4 l’istate?
Ebbè, ddirà la verità st’inverno.
Quel’impiegato tradirà l’impiego.
È sseggno che nn’ha avuta la liscenza,
Perchè onore e sservizzio è ttroppo sprego.
Che ffarà, pper esempio, er zor Maccario
Chiuso llà ddrento co’ la sora Ortenza?
Ggnente de male: dicheno er rosario.
24 gennaio 1835
Note
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