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Er ritratto der zor Filippo Un paragone
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1838

LA PIZZA DER COMPARE1

     Che ffra er zor Pippo e la commare-d’oro2
C’era nata un tantino de canizza3
E cche Mmunzù schizza veleno, schizza,4
Io lo sapevo ggià mmejjo de lòro.

     Ma ccredevo che cquanno uno se stizza5
Avessi armeno6 da sarvà er decoro,
E nun fà a la commare sto disdoro
D’annalla a scredità ssopr’una pizza.

     Bbisoggna avé ppe’ ccristo er caposcerro,
Pe’ mmette7 s’una pizza aricressciuta
La soprascritta: a la commàr-de-ferro.8

     Guardate llì ssi cche bbella prodezza!
Io so cche cquanno do le pizze a Ttuta9
Ce fo ddipiggne10 er core co’ la frezza.

3 giugno 1838

  1. Il signor Filippo Z...
  2. La signora Teresa F..., la quale era dallo Z... chiamata la Comare d’oro.
  3. Astio, ruggine.
  4. Schizzar veleno: fremere d’ira.
  5. Si adira, entra in collera.
  6. Avesse almeno.
  7. Per mettere.
  8. Lo Z... fece realmente scrivere a lettere di zucchero queste parole sopra una pizza che portò alla villeggiatura della famiglia F...
  9. Gertrude.
  10. Ci fo dipingere.

Note

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