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Traduzione dal latino di Francesco Leopoldo Zelli Jacobuzi (1902)
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Come debbano dormire i monaci.
CAP. 22.°
Ciascheduno dorma nel suo letto.
Dispongano i Monaci i loro giacigli
secondo il tempo della conversione,
come l’Abbate vuole. Se si può, tutti
dormano in uno stesso luogo. Che se il troppo numero nol consente, riposino
a dieci o venti coi loro Decani, che
veglino sopra di essi. Nello stesso
dormitorio arda il lume sempre sino
al mattino.
Dormano vestiti, e cinti ai lombi con cingoli o corde; e non abbiano, mentre dormono, le coltelle a fianco, onde per caso non si feriscano nel sonno. Così essi saranno sempre pronti; e fatto il segno, levandosi senza indugio, si affrettino a gara di arrivar primi all’opera di Dio, ma con ogni gravità e modestia. I fratelli più giovani non abbiano i letti vicini l’uno all’altro, ma tra quelli de’ più vecchi. Nel levarsi poi per andare all’opera di Dio, si eccitino vicendevolmente, ma con garbo, per non dare una scusa ai sonnolenti.