Questo testo è stato riletto e controllato. |
Traduzione dal latino di Francesco Leopoldo Zelli Jacobuzi (1902)
◄ | Capitolo 39 | Capitolo 41 | ► |
Della misura del bere.
CAP. 40.°
Ognun ha un particolare dono di
Dio, chi in un modo, chi in un altro.
E perciò noi stabiliamo così
minuziosamente la misura del vitto a
ciascuno. Nulladimeno, riguardando la
debolezza dei temperamenti, crediamo
che una misura di vino al giorno
basti a tutti. Quelli però cui Iddio
dona la virtù dell’astenersi, sappiano
che ne raccoglieranno particolar
mercede. Che se la condizione del luogo
o la fatica o il calore estivo
richiedesse una quantità maggiore, resti in
facoltà del Superiore; avuto sempre
riguardo che non si vada sino alla
sazietà o all’ebbrezza; giacché
leggiamo, ai monaci non convenire il vino.
Ma poichè ai tempi nostri non si può fare osservare siffatta cosa; almeno accordiamoci in questo, di non bere mai sino alla sazietà, ma assai parcamente: poicchè il vino fa apostatare anche i sapienti.
Dove poi la natura del luogo fa sì, che non si possa avere nemmeno la sopradetta misura, ma molto meno, ovvero niente affatto; coloro che si trovassero in tai luoghi, benedicano Iddio, e non escano in mormorazioni. E questo, prima di ogni altra cosa, raccomandiamo, che i fratelli vivano senza mai mormorare.