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Traduzione dal latino di Francesco Leopoldo Zelli Jacobuzi (1902)
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A quali ore debbano refocillarsi i fratelli.
CAP. 41.°
Dalla Santa Pasqua sino alla
Pentecoste, i fratelli si ristorino all’ora
sesta, e cenino alla nona. Dalla
Pentecoste poi per tutta l’estate, se il
lavoro dei campi o l’eccessivo calore
non disturba i monaci, digiunino la
quarta e sesta feria sino all’ora nona;
negli altri giorni si desini all’ora sesta. E si mantenga sempre quest’ora
sesta pel desinare, se avranno i
monaci a faticare pei campi, o il calore
estivo sia soverchio: e sia lasciato alla
prudenza dell’Abbate. Egli tutto
moderi e disponga in modo che le anime
dei fratelli battano la via della salute,
e ciò che fanno, lo facciano senza
lamento. Dagl’idi di Settembre poi sino
al principio di Quaresima, sempre si
refocillino all’ora nona. Durante la
Quaresima sino a Pasqua, si
refocillino all’ora di Vespro. L’officio del
Vespro però si dica a tale ora, che i
monaci nel ristorarsi non abbiano
bisogno di lucerne accese; ma tutto
si compia con la luce del dì.
Similmente in ogni tempo l’ora del
desinare e della cena si moderi così, che
il tutto si faccia con la luce del giorno.