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Traduzione dal latino di Francesco Leopoldo Zelli Jacobuzi (1902)
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PREGHIERE
PER LA CONFESSIONE E LA COMUNIONE
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Prima della Confessione.
O Creatore del cielo e della terra,
Re de’ re, Signore dei signori, che
m’hai fatto dal niente a tua immagine
e somiglianza, e m’hai riscattato col
tuo proprio sangue; Te, che io non
sono degno né di nominare nè d’invocare
e né pur di pensare, supplichevole
ed umiliato io prego, affinchè
riguardi benignamente a me tuo
inutile servo; ed abbi pietà di me, poi
che fosti pietoso alla donna Cananea,
a Maria di Maddalo, e perdonasti al
Pubblicano, e al Ladrone pendente
dalla croce. A te confesso, o Padre
clementissimo, i peccati miei; i quali,
se volessi altrui nasconderli, a te non potrei, Signore. Perdona, o Cristo,
a me, che pur ora e gravemente t’offesi
in pensieri, parole, opere e in
tutti i modi ond’io fragile creta e
peccatore ebbi agio d’offenderti; — per
mia colpa, per mia sola colpa, per mia
grandissima colpa. Nondimeno, o
Signore, io ti prego per quell’amore che
ti trasse di cielo in terra, che ti fe’
benigno al pentito Davidde, che ti
mosse a pietà pel peccato di Pietro, di
perdonare anche a me, o Signore, di
perdonarmi, o Cristo. Tu sei il mio
Creatore, il mio Redentore, il mio
Signore, il mio Salvatore, il mio Re,
il mio Dio: tu sei la mia speranza, la
mia fiducia, il mio maestro, il mio
soccorso, la mia consolazione, la mia
forza, il mio difensore, il mio
liberatore, la mìa vita, la mia salute, la mia
risurrezione, il mio lume, il mio
desiderio, il mio aiuto, il mio protettore.
Io supplichevole ti prego: soccorrimi,
e sarò salvo; reggimi, difendimi,
confortami, consolami, rafforzami, rallegrami, grami, illumina e visita l’anima mia
in questa distretta. Io son morto; ma
tu risuscitami, perchè sono tua fattura
ed opera delle tue mani. O signore,
non mi discacciare da te; perchè io
sono il tuo servo, benchè malvagio e
indegno e peccatore: però qual che io
sia, o buono o malvaggio, son sempre
tuo. A chi correrò io per ajuto, se non
a te? Se tu mi ributti, chi più vorrà
accogliermi? Se tu rivolgi da me la
feccia, chi altro mi guarderà? Ricevi
dunque benignamente quest’indegno
che ricorre a te, se ben sia così vile e
sudicio di peccato. Perocchè s’egli è
vile e sudicio, tu lo puoi mondare; se
cieco, tu gli puoi restituire la vista;
se infermo, tu puoi sanarlo; se morto
e sepellito, tu puoi risuscitarlo:
conciosiachè la tua misericordia è
maggiore della mia iniquità; la tua pietà è
maggiore delle mie scelleratezze; e tu
puoi rimettere più che io non ho
commesso di colpe, e perdonare più
peccati che io non mi sono vergognato di fare. Adunque non mi respingere da
te, Signore, non guardare alla
moltitudine delle mie iniquità; ma,
secondo la moltitudine delle tue
misericordie, abbi pietà di me, e sii benigno
a un peccatore sì grande com’io sono.
Dì all’anima mia: La tua salute son
io. — Perocché tu dicesti: Non vo’ la
morte del peccatore, ma più tosto che
si converta e che viva. — Convertimi
a te, e non t’adirare contro di me. Io
ti prego, o Padre elementissimo, e
per la tua misericordia ti supplico e
chieggo, che tu mi conduca a buon
fine, e mi tiri a vero pentimento, ed
a fare una schietta confessione e una
degna penitenza de’ miei peccati: Così sia.
__
(Dopo che avrai così pregato,
esamina diligentissimamente la tua
coscienza, secondo gli ammaestramenti
ricevuti; e considera che male hai fatto peccando, e che ne hai
perduto. — Sospira e dubita (com’è detto
nel quarto libro dell’Imitazione di Cristo) di essere ancora così carnale
e mondano, tanto poco mortificato
nelle passioni, tanto inchinevole agli
stimoli della concupiscenza; sì mal
custodito ne’ sensi esterni, sì sovente
smarrito in molte vane fantasie; sì
vago delle cose esteriori, sì negligente
delle interiori; tanto facile al riso ed
alla dissipazione, tanto duro al pianto
ed alla compunzione; tanto pronto ai
rilassamenti e ai commodi del corpo,
tanto mal disposto al rigore ed al
fervore; sì curioso a sentir novellare
e a rimirare cose aggredevoli, sì lento
ad abbracciare le cose umili ed abjette,
sì cupido di posseder molto, sì parco
nel donare, sì tenace a mettere in
serbo; sì sciolto nel parlare, sì
incontinente nel tacere; tanto scomposto
ne’ modi, tanto petulante negli atti;
tanto ghiotto nel mangiare, tanto
sordo alla parola di Dio; tanto
sollecito del riposo, tanto svogliato al lavoro; tanto desto alle favole, tanto
sonnacchioso alle cose sacre; tanto
desideroso di spacciarti, tanto svagato
ad attendere; tanto negligente nelle
preghiere, tanto arido d’affetto nel
communicarti; sì facile alle
distrazioni, sì mal atto a raccoglierti
pienamente in te stesso; tanto subito
nell’ira, tanto corrente a far dispiacere
altrui; sì franco nel giudicare, sì
rigido nel riprendere; tanto spensierato
nella buona, tanto smarrito nell’avversa
fortuna; sì pronto a fare spesso
di molti e buoni proponimenti, sì
rimesso nel metterli ad effetto. —
Ripensa ai comandamenti di Dio, agli
obblighi della carità, ai precetti della
Chiesa, alle opere della misericordia
spirituale e corporale, ai peccati
capitali; e vedi in che e come hai peccato
in pensieri, in parole e in opere.
Fa’ in modo, come se cotesta fosse
l’ultima tua confessione, e poi avessi
di presente a morire. Puoi ancora meditare sui novissimi, e recitare divotamente i Salmi penitenziali, o soltanto quello che incomincia: Miserere mei Deus. Finalmente, prima di accostarti al confessore, prega Dio così)
— —
Ricevi, o pietosissimo e clementissimo Signor mio Gesù Cristo, speranza unica della salute dell’anima mia, la confessione che io fo della mie colpe; e dammi, ti prego, compungimento nel cuore e lagrime negli occhi, perchè io pianga notte e di i peccati miei con umiltà e sincerità di affetto. Sia accolta la mia preghiera al tuo cospetto, Signore. Se tu sarai ancora adirato contro di me, a chi mi volgerò per ajuto? Chi avrà pietà delle mie sceleratezze? Ricordati di me, o Signore, che chiamasti la Cananea e il Pubblicano a penitenza, e ti commovesti al pianto di Pietro. Signor, Iddio, accogli le mie preghiere. O buon Gesù, Salvatore del mondo,
che ti offeristi a una morte sì atroce
per condurre a salvamento i
peccatori, riguarda a me misero peccatore,
che invoco il tuo Nome. Se io potei
far tanto per perdermi, tu niente
perdesti di ciò che bisogna per salvarmi.
Perdonami, dunque, o mio Salvatore,
ed abbi pietà dell’anima mia
peccatrice. Scioglila delle catene; sanala
delle sue piaghe. Signor mio Gesù,
te io desidero, te cerco, te voglio:
mostrami la tua faccia, e sarò salvo.
Pertanto, o pietosissimo Signore, pei
meriti della purissima e immacolata
tua Genitrice sempre Vergine Maria
e de’ tuoi Santi, diffondi la tua luce
e la tua verità nell’anima mia;
affinchè per esse io vi legga, e noti
chiaramente tutte le colpe che mi bisogna
di confessare e che mi giova di
spiegare con dilingenza e contrizione di
cuore al ministro tuo, o Signore, che
Dopo della Confessione.
Signore, io ti supplico pei meriti
della beata sempre Vergine tua
Genitrice Maria e di tutti i Santi, di
gradire ed accogliere questa mia
confessione; e a tutto quello che ora ed altre
volte mi è mancato di contrizione, di
sincerità e di pienezza nella
confessione, supplisca la tua pietà e
misericordia; secondo le quali degna tu di
avermi pienamente e perfettamente
come assoluto in cielo, o Dio mio, che
vivi e regni ne’ secoli de’ secoli: Così sia.
(Procura di soddisfare prontamente alla penitenza imposta dal Confessore)
Prima della Comunione.
Dice il Signore:
Venite a me, tutti voi che vivete in travagli e siete aggravati; ed io vi ristorerò. Il pane che vi darò, è la mia carne, fatta per dar vita al mondo.
Prendete e mangiate: questo è il mio corpo, il quale sarà tradito per voi: fate ciò per memoria di me.
Chi mangia la mia carne e bee il mio sangue, egli sta in me, ed io in lui.
O Signore, tu mi comandi che io venga a te confidentemente, se io vo’ con te aver parte; e dici: Venite a me.
O parola dolce ed amica all’orecchio del peccatore; con la quale tu, o Signore Iddio mio, inviti il meschino e il poverello alla Comunione del tuo santissimo Corpo! Ma chi sono io, o Signore, perchè osi di accostarmi a te? Ecco, i cieli più alti non ti possono capire, e tu dici: Venite a me tutti. — Se tu, Signore, non le dicessi queste parole, chi potrebbe crederle veraci? E se tu non ci comandassi, chi s’arrischierebbe d’accostarsi?
O invisibile Creatore del mondo, Iddio! quanto mirabilmente tu operi con noi! quanto soavemente e graziosamente provvedi ai tuoi eletti, ai quali proferisci per cibo te stesso in Sacramento!
Io ti ringrazio, o buon Gesù, Pastore eterno, che ti sei degnato di ristorare noi poveri e sbanditi col corpo e col sangue tuo prezioso; ed invitarci ancora di partecipare a questi misteri con le parole della tua propria bocca, dicendo: Venite a me, tutti che vivete in travagli e siete aggravati, ed io vi ristorerò. —
Affidato, o Signore, alla tua bontà e misericordia infinita, io infermo mi accosto al Salvatore; affamato ed assetato, al Fonte della vita; mendico, al Re del cielo; servo, al Signore; creatura, al Creatore.
Ma che bene ho io, perchè tu venga a me? Chi sono io, perchè tu mi offra in dono te stesso? Come ardisce il peccatore di venirti innanzi? E tu come ti degni di venire al peccatore? Tu conosci il tuo servo, e sai ch’egli non ha un tanto di bene, che tu così te gli dia.
Adunque io confesso la mia viltà; riconosco la tua bontà, lodo la tua pietà, e ti ringrazio di codesta sovrabbondante carità. Imperocché tu fai tutto questo per tua grazia, non per mìo merito; ed affinchè la tua bontà mi sia più manifesta, e più m’accenda dell’amor tuo, ed a più perfetta umiltà io sia persuaso.
O dolcissimo e benignissimo Gesù, quanta riverenza e quanti ringraziamenti con perpetua lode ti si debbono per ricevere il tuo sacro Corpo, il cui valore nessun uomo al mondo è da tanto, che lo spieghi!
Ma che penserò io nel fare questa Comunione, nell’accostarmi al mio Signore, che io non ho il potere di onorar degnamente, e nondimeno desidero di ricevere divotamente? Che penserò di meglio e di più giovevole, se non umiliarmi profondamente innanzi a te, esaltando la tua infinita bontà verso di me? Pertanto io ti lodo, o mio Dio, e ti esalto in eterno. Disprezzo me stesso, e a te m’assoggetto nel profondo della mia viltà.
Rallegrati, anima mia, e ringrazia Iddio pel dono così nobile e pel conforto tanto singolare che t’ha lasciato in questa valle di pianto. Imperocché quante volte tu fai ricordanza di questo mistero, e ricevi il Corpo di Cristo, tante volte ripeti l’opera della tua redenzione, e sei fatta partecipe dei meriti di Cristo.
——
Ecco che io vengo a te, Signore,
affinchè in bene mi sia il tuo dono, e mi
rallegri nel tuo santo convito, il quale
tu hai, o Dio, imbandito al poverello
nella tua dolcezza. Ecco che in te si
trova tutto quello che io posso e deggio
desiderare; perchè tu sei la salute,
la redenzione, la speranza, la fortezza,
il decoro e la gloria mia. Rallegra, dunque, in questo dì
l’anima del tuo servo; perocchè a te, o
Signore Gesù, ho sollevato l’anima
mia.
Or io desidero di riceverti divotamente e riverentemente: anelo di accoglierti in casa mia, per meritare di essere da te benedetto siccome Zaccheo, ed annoverato tra i figliuoli d’Abramo. L’anima mia è desiderosa del tuo Corpo, e il mio cuore arde di unirsi con te. Senza di te io non posso stare; e senza la tua visita io non se come vivere.
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Ma poi che non si trova sacrifizio più degno nè satisfazione maggiori per cancellare i peccati, dell’offerta schietta e intera di sè stesso a Dio, ricevi, o mio Dio e Redentore, l’offerta che io ti fo di me stesso. Onde, siccome tu, o Signor mio Gesti Cristo, volontariamente pei nostri peccati ti offeristi a Dio Padre con le mani distese in croce e il corpo ignudo, sicché niente rimase in te, che non fosse offerto in sacrifizio per placare alla Divinità; così io volontariamente oggi ti offerisco me stesso in sacrifizio puro e santo con tutte le forze e gli affetti miei, e come più posso.
Ma poichè, per detto tuo, chi non rinunzia a tutto non può essere tuo discepolo; io ti offerisco me stesso intieramente: e siccome tu desti a me in cibo il corpo e il Sangue tuo, io, prima di mangiare le tue carni, ti offerisco tutte le cose mie, perché io sia tutto di te, e tu in me ti rimanga: e così io ti prego.
Offerta.
O Signore, tutte le cose che sono in
cielo e in terra son tue. Io bramo di
offerirti me stesso in sacrifizio
volontario, e restar tuo per sempre.
Signore, nella semplicità del mio cuore io mi ti do oggi eternamente per servo, in ossequio e sacrifizio di perpetua lode.
O Signore, io ti offerisco tutti i peccati e delitti miei, che commisi nel cospetto tuo e dei santi Angeli tuoi dal primo dì che fui in grado di peccare, sino a questo punto, affinchè tu gli abbruci e consumi tutti insieme col fuoco della tua carità, e scancelli ogni loro macchia, e mondi la mia coscienza da ogni bruttura, e mi restituisca la grazia tua, che, peccando, io perdei; concedendomi il perdono più pieno, e ricevendomi benignamente col bacio della pace.
Che posso io fare pe’ miei peccati, se non confessarli umilmente, e piangerli, e invocar senza posa la tua misericordia? Io ti prego di ascoltarmi benevolmente, ora che ti sto innanzi, o mio Dio. Tutti i miei peccati mi lacerano il cuore d’angoscia: non voglio mai più commetterli; ma li piango e piangerò sempre finchè vivrò, pronto a farne penitenza e dartene satisfazione con tutto il poter mio. Perdonami, o Dio, perdonami i miei peccati, pel nome tuo santo: salva quest’anima mia, che tu hai riscattata col prezioso tuo Sangue. Ecco ch’io m’affido alla tua misericordia, e mi metto nelle tue mani. Trattami secondo la tua bontà, non secondo la malizia e l’iniquità mia.
Ti offerisco altresì quanti ho di beni, con tutto che pochi ed imperfetti; affinchè tu li mondi e santifichi, e ti sieno grati ed accettevoli, e sempre più li muti in meglio; ed affinchè tu conduca me, così pigro omicciattolo e da nulla, a fine lodevole e santo.
E ti offerisco insieme tutti i buoni desiderj de’ pii, le necessità de’ parenti, degli amici, de’ fratelli, delle sorelle e di tutti coloro che mi son cari, e di coloro che fecero a me o agli altri un qualche bene per amor tuo; affinchè tutti provino l’ajuto della tua grazia, il tesoro della tua consolazione, la tua protezione nei perigli, la tua liberazione dai travagli; ed affinchè, sottratti a qualsivoglia male, lieti a te rendano le maggiori grazie.
Ancora ti offerisco orazioni propiziatorie per coloro che m’hanno offeso o contristato o vituperato in qualche modo, o mi hanno recato alcun danno e gravezza; e per coloro altresì che per avventura io ho punti comunque, soperchiati e scandolezzati in parole o in fatti, con animo deliberato o sbadatamente; affinchè a tutti insieme tu perdoni i nostri peccati e le reciproche offese.
Svelli, Signore, dagli animi nostri ogni sospetto, sdegno, ira e contesa, tutto ciò che possa offendere la carità ed affievolire la fraterna benevolenza.
Abbi pietà, Signore, abbi pietà di coloro che a te gridano mercè: concedi la tua grazia a chi n’ha di bisogno; e rendici tali, che siam degni di godere i tuoi favori, ed acquistare
vieppiù all’eterna beatitudine: Così sia.——
O dolcissimo ed amantissimo
Signore, che io divotamente ora
desidero di ricevere! tu sai la mia infermità
e le mie necessità onde sono
travagliato; in quanti mali e vizj io giaccio;
come sovente io sono aggravato,
tentato, smarrito e imbrattato di colpe!
Or io vengo a te per rimedio, e ti
prego di consolarmi e di tormi questa
soma di dosso. Parlo a chi tutto sa, a
chi sono manifesti tutti i miei secreti,
a chi solo mi può in tutto consolare
ed ajutare. Tu sai di che beni io abbia
speciale bisogno, e quanto io sia
scemo d’ogni virtù.
Ecco che io ti sto davanti povero e nudo, per domandar grazia ed implorare misericordia. Ristora questo tuo mendico affamato; accendi la mia freddezza col fuoco del tuo amore; illumina la mia cecità con lo splendore della tua presenza. Fa’ che mi sappia amaro ogni terreno diletto, ch’io sopporti con pazienza ogni gravezza ed avversità, che dimentichi ed abbia a vile ogni bassa creata còsa. Solleva in cielo a te il mio cuore, e non consentire che io mi svaghi tra le mondane vanità. Dammi che io trovi ogni dolcezza in te solo da oggi in poi sino alla fine; perocchè tu solo sei il mio cibo e la mia bevanda, l’amor mio, la mia gioja, la mia dolcezza, il mio bene supremo.
Oh che sarebbe, se tu m’accendessi tutto colla tua presenza, e in te mi consumassi e mi trasfondessi, sicché io facessi con te un solo spirito per grazia d’intima unione e per istruggimento d’interno amore! Deh! non soffrire che io mi parta da te digiuno e senz’affetto: ma fa’ con me opera di misericordia, siccome spesse volte facesti maravigliosamente coi Santi tuoi. Oh che miracolo sarebbe questo, che io divampassi tutto d’amore per te e mi struggessi; essendo ben tu fuoco che sempre ardi senza mai spegnerti, amore che purifichi i cuori e illumini l’intelletto!
(Intrattieniti in questi pensieri e affetti santi, e poi, nell’atto che s’appresta la Comunione, dì fra te stesso col Ministro.)
Io confesso a Dio onnipotente, alla Beata Maria sempre Vergine, al beato Michele Arcangelo, al beato Giovanni Battista, ai santi apostoli Pietro e Paolo, a tutti i Santi e a te, o padre, che io ben assai ho peccato, in pensieri, in parole e in opere, per mia colpa, per mia colpa, per mia grandissima colpa. Laonde supplico la beata Maria sempre Vergine, il beato Michele Arcangelo, il beato Giovanni Battista, i santi apostoli Pietro e Paolo, tutti i Santi e te, o padre, di pregare per me il Signore Iddio nostro.
L’onnipotente Iddio abbia pietà di noi; e, rimettendoci i nostri peccati, ci conduca alla vita eterna: Così sia.
Il Signore onnipotente e misericordioso ci conceda l’indulgenza, l’assoluzione e la remissione de’ nostri peccati: Così sia.
Ecco l’Agnello di Dio, ecco Colui che scancella i peccati del mondo!
Signore, io non son degno che tu entri nella mia casa; ma di’ soltanto una parola, e l’anima mia è salvata.
Signore, io non son degno che tu entri nella mia casa; ma di’ soltanto una parola, e l’anima mia è salvata.
Signore, io non son degno che tu entri nella mia casa; ma di’ soltanto una parola, e l’anima mia è salvata.
Il Corpo del Signor nostro Gesù Cristo custodisca l’anima mia per la vita eterna: Così sia.
(Ricevi con umiltà e divozione il Corpo di Gesù Cristo, adoralo: poi di’ con tutti gli affetti dal tuo cuore:)
Dopo della Comunione.
Imprimi, o dolcissimo Signore Gesù,
nel profondo dell’anima mia la
soavissima e salutevole ferita dell’amor tuo, e la vera, tranquilla ed apostolica
santissima carità; affinché quest’anima
languisca e si strugga sempre per
amore e desiderio solo di te; te brami,
ne’ tuoi tabernacoli si consumi, ed
aneli di svincolarsi ed essere con te.
Fa che l’anima mia abbia fame di te,
che sei il Pane degli Angeli, il ristoro
delle anime buone, il nostro pane
quotidiano soprassostanziale, in cui è
ogni dolcezza e sapore ed ogni diletto
di soavità: di te ognora io abbia sete,
che sei fontana di vita, sorgente di
sapienza e di dottrina, focolare di
lume eterno, torrente di piacere,
ricchezza della casa di Dio: te ambisca
di possedere, te cerchi, te trovi, a te
intenda, a te pervenga, di te mediti,
di te parli, e tutto faccia in lode e
gloria dei tuo Nome, con umiltà e
convenienza, con amore e contentezza,
con facilità ed affetto, e con
perseveranza sino alla fine. E sii tu solo e
sempre la speranza mia, la mia
fiducia, la mia ricchezza, il mio sollievo, la mia letizia, la quiete e tranquillità
mia, la mia pace, la mia soavità, il
mio odore, la mia dolcezza, il mio cibo,
il mio ristoro, il mio ricovero, il mio
ajuto, la mia sapienza, la mia eredità,
il mio dominio, il mio tesoro, nel
quale fissa e ferma e saldamente radicata
io abbia la mente e il cuore: Così sia.
Or io ti ringrazio, o Signore Santo, Padre Onnipotente, Dio eterno, di aver saziato me peccatore, indegno tuo servo, e non pei meriti miei, ma per sola virtù della tua pietà, col prezioso Corpo e Sangue del Figlio tuo e Signor nostro Gesù Cristo. E ti prego che questa santa Comunione non mi venga imputata a colpa, ma valgami siccome salutare mediatrice di perdono, e mi sia armatura di fede e scudo di buona volontà. I miei vizj sieno per esse distrutti; le fiamme della concupiscenza e della libidine spente; la carità e la pazienza, l’umiltà e l’ubbidienza, e tutte l’altre virtù in me sieno accresciute. Essa mi sia difesa contro le insidie di tutti i nemici visibili ed invisibili; acqueti le mie passioni corporali e spirituali; mi unisca saldamente a te, Dio uno e vero, e mi conduca felicemente al mio fine. E ti prego ancora di accogliere me peccatore in quell’ineffabile convito, dove tu col tuo Figliolo e con lo Spirito Santo sei pei tuoi Beati verace lume, contento intiero, allegrezza sempiterna, giocondità compiuta e felicità perfetta: peri meriti di Gesù Cristo Signor nostro: Così sia.
(Questo è il momento opportuno, il tempo delle misericordie e delle grazie. Se il Signore ti ha dato sé stesso, qual cosa potrà ricusarti, se gliela chiedi? Prega dunque il tuo Dio, come pregheresti un amico, affinchè soccorra alle tue necessità temporali ed eterne, alla Chiesa, ai parenti, agli amici, agli inimici, ai benefattori tuoi ed a tutti i Cristiani; e che dia agli uomini sanità, pace e giustizia. Pregalo pel bene della tua patria, pei ricchi e i poverelli, i potenti e gli umili, i giusti e i peccatori, i sani e gl’infermi, per tutti, uomini e donne di qualsiasi età e condizione. Poi hai da proporti di vivere santamente secondo i precetti della carità, di fare in tutto la volontà di Dio, di sopportare con pazienza ogni avversità, e di comunicarti spesso per gloria di Dio e per tuo bene. E finalmente, potendo, aggiungi le seguenti orazioni: il salmo Benedictus Dominus, e poi il Te Deum laudamus, con le orazioni che vengon dopo; e la pace del Signore sia sempre con te.)
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