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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti dal 1828 al 1847
LA SCIRCONCISIONE DER ZIGNORE
Sette ggiorni e un po’ ppiù ddoppo de cuello
Che ccór fieno e li scenci inzino ar gozzo
La Madonna tra un bove e un zomarello
Partorì er bon Gesù ppeggio d’un mozzo;
Er padre sputativo1 poverello
Pijjò in braccio er bambino cór zangozzo;2
E annorno ar tempio a fajje fà a l’uscello
Er tajjo d’un tantin de scinicozzo.3
Eppoi doppo trent’anni fu pe’ mmano
De San Giuvanni bbattezzat’a sguazzo
In cuer tevere4 granne der giordano.
In cuanto a cquesto è vvero ch’er regazzo
Venne a la fede e sse fesce cristiano:
Ma le ggirelle5 io nu le stimo un cazzo.
12 gennaio 1832 - De Pepp’er tosto
- ↑ Putativo.
- ↑ Singhiozzo.
- ↑ Prepuzio. Con questa voce i Romaneschi burlano gli Ebrei.
- ↑ Tevere, per nome appellativo di fiume.
- ↑ I volubili.
Note
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