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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1835
LA SPOSA DE PEPP'ANTONIO
Lei sia puro1 cór gruggno sbrozzoloso,2
Vecchia com’er cuccù cquanto tu vvòi:
Pe’ ggamme abbi du’ zzèrule:3 ma ppoi?
Pepp’Antonio pe’ llei sempre è lo sposo.
Hai mai visto li tori a li procoj?
Un toro, Annuccia, dammelo ggeloso
De la su’ vacca, è affare assai scambroso4
Volé ffàllo5 penzà ccome che nnoi.
Accusì è ll’omo. Dunque Pepp’Antonio,
Che sse la vedde6 stuzzicà da quello
J’aggnéde7 addosso e ddiventò un demonio.
Se sa,8 ll’ommini porteno er cortello;
E essennosce9 de mezzo er madrimonio
Sce fu da fà e da dì ppe’ trattenello.10
1 febbraio 1835
- ↑ Pure.
- ↑ Bernoccoluto.
- ↑ Zèrula sarebbe come a dire: “una gamba a zigzag.„
- ↑ Scabroso.
- ↑ Voler farlo.
- ↑ Se la vide.
- ↑ Gli andò.
- ↑ Si sa.
- ↑ Essendoci.
- ↑ Per trattenerlo.
Note
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