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Li fijji cressciuti La sposa de Pepp'Antonio
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1835

LE SUPPRICHE

     Cosa fai co’ ste suppriche? Propali
Tutte le tu’ miserie, o ffarze o vvere,
Perdi tempo, strapazzi er tu’ mestiere,
Bbutti via carta, logri scarpe, e ssciali.1

     Oh ffigurete2 tù ssi3 er Tesoriere,
C’ha da sfamà ssettanta cardinali,
Vò ddà rretta a li nostri momoriali!
Lèvetelo da testa: sò gghimere.4

     Io sciò5 intese un mijjaro de perzone,
E ttutte sò arimaste pe’ sperienza
De la mi’ stessa medéma oppiggnone.6

     Prima bbisoggnerìa7 che Ssu’ Eccellenza
Imparassi8 a ccapì cche9 ddistinzione
Passa tra cchi ha cquadrini e cchi nn’è ssenza.

30 gennaio 1835

  1. Godi.
  2. Figùrati.
  3. Se.
  4. Son chimere.
  5. Ci ho.
  6. Opinione.
  7. Bisognerebbe.
  8. Imparasse.
  9. Quale.

Note

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