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Er marito stufo (1835) Ménica dall'ortolano
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1835

LA SPOSA RICCA

     Hai visto si1 cche ggala? di’, l’hai vista
La pidocchia-arifatta,2 eh Furtunata,
Come se n’è vvenuta impimpinata3
Guasi4 nun fussi mojje d’un artista?

     Vesta de seta, zinàl5 de bbatista,
Corpetto de villuto, scamisciata,6
France,7 ricami, robba smerlettata,
Perle, anelli, pennenti d’ammattista...8

     Pe’ una visita a nnoi la sciscia-ssciapa9
S’è mmessa a sfoderà10 ttutta sta fiera,
Manco si avessi d’annà a ttrova11 er Papa!

     Ôh, cco ttanta arbaggìa12 de fasse vede,13
Poterìa ricordasse14 de quann’era
Piena de stracci e ssenza scarpe in piede.

13 febbraio 1835

  1. Se.
  2. Si dice così delle persone salite da misera a prospero stato.
  3. Azzimata.
  4. Quasi.
  5. Grembiule.
  6. Gala della camicia.
  7. Frangie.
  8. Pendenti di ametista.
  9. Cicia-sciapa: sciocca.
  10. A sfoggiare.
  11. Neppure se avesse da andare a trovare.
  12. Albagia.
  13. Di farsi vedere.
  14. Potrebbe ricordarsi.

Note

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