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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti dal 1828 al 1847
LA SSCERTA1
Sta accusì. La padrona cór padrone,
Volenno marità la padroncina
JE portonno davanti una matina,
Pe’ sscejje, du’ bbravissime perzone.
UN de li dua aveva una ventina
D’anni, e ddu’ spalle peggio de Sanzone;
E ll’antro lo disceveno un riccone,
Ma aveva un po’ la testa scennerina.2
Subbito er giuvenotto de cuer paro3
Se fesce avanti a ddì: “Sora Luscìa,
Chi vvolete de noi? parlate chiaro.„
“Pe ddilla,4 me piascete voi e llui„,
Rispose la zitella; “e ppijjeria
Er ciscio vostro e li quadrini sui.„
Roma, 21 novembre 1832
Note
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