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La luscerna Er congresso tosto
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1835

LA VESTA

     Eppoi nun ho rraggione si1 mm’inquieto!
Guarda che strappi tiè ddietr’a la vesta!
Messa jjeri! Nun pare, bbrutta cresta,
Che ssia ita a inzurtà tutto Corneto!

     Eccheje er filo e ll’aco: animo, lesta,
E ss’arinnacci subbito lì arreto.2
Nun za llei che indov’oggi sc’entra un deto,3
In cap’a un giorno o ddua sc’entra la testa?

     Che sso... ffussimo armeno4 ggente ricche,
Bbuggiarà!5 E de sto passo chi sse6 trova
Che tte vojji sposà? Mmanco Bberlicche.

     Io so che quanno prese7 vostro padre
Me fésceno una vesta; e ancora è nnova
Sibbè8 ffussi uno scarto de mi’ madre.


1° ottobre 1835

  1. Se.
  2. Lì dietro.
  3. C’entra un dito.
  4. Almeno.
  5. Alla buon’ora.
  6. Si.
  7. Presi.
  8. Sebbene.

Note

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