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Un indovinarello (21 dicembre 1832) Uprite la finestra
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1832

LA VISTA

     Li preti sò bbonissimi Siggnori,
Ma nnun pe’ cquesto l’hai da crede ssciocchi.
Se la danno la pátina de ggnocchi,
Ma cquella è ggnoccherìa tutta de fori.

     Perchè da cuanno naschi inzin che mmori
Er prete te sta ssù cco tanti d’occhi
Pe’ vvedé cquer c’assaggi e cquer che ttocchi,
E ssi ffreghi, e ssi arrubbi, e ssi llavori.

     Lui te vede si vvienghi e ssi vvai via:
Vede quer che sse vòta e cquer che ss’empie;
E tte fa da Spacoccio e Ccasamia.1

     Cuest’è un male però che cchi ha cquadrini
Je lo cura appricannoje a le tempie
Un ceroto de pasta de zecchini.


Roma, 22 dicembre 1832

  1. Due famigerati Astrologi almanacchisti.

Note

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