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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1832
UPRITE LA FINESTRA
Nun pijjammete collera, Maria:
Abbi pascenza, io nun ce credo un’acca.
Sarà cquello che vvòi, commare mia,
Ma ppe’ ffàmmela bbeve è ttroppo fiacca.
Cojjoni! e cquesto nun è mmal da bbiacca,1
Ma ssarebbe una nova mmalatia.
Che un prete possi fà una pirchieria!2
Si l’appiccichi ar muro nun z’attacca.3
Li preti che smaneggeno er Ziggnore,
Loro che lo commanneno a bbattecca,
Hanno d’avé ste futticchiezze4 in core!
Ma cc’hai pijjato Roma pe’ la Mecca?5
Li preti danno a ttutti e a ttutte l’ore.
Chiudeno l’occhi, e indove azzecca azzecca.
Roma, 22 dicembre 1832
- ↑ Non è mal da poco.
- ↑ Pirchieria, pirchio: sordidezza, sordido.
- ↑ Non prende credenza.
- ↑ Piccolezze.
- ↑ Vengo io dalla Mecca? Sono io uno strano, stolto, ecc.?
Note
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