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Non più lo stranio fior Pindo rammenti Figlia del mio pensier, nunzia veloce
Questo testo fa parte della raccolta Giuseppe Battista

XII

L’ACQUA

     Latto con mille poppe e rendo vive
io, ricca genitrice delle cose,
le querce a Giove, a Pallade le ulive,
i gigli a Giuno, a Citerea le rose.
     Nel grembo algente o sulle rive algose
danzatrici canore ho le mie dive;
siano l’ore gelate o sian focose,
senza l’umido mio vita non vive.
     Non ondeggiar quaggiú solo a me lice,
ma sciolgo ancor sul fornice librato
delle sfere profonde il piè felice.
     E ’l Dio che sulle stelle ha trono aurato,
quando dal sen del nulla il mondo elice,
gode su le mie spalle esser portato.

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