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LXIIII. Cantico de la natiuità de Iesù Christo
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Cantico de la natiuità de Iesù Christo.          .lxiiij.


     O Nouo canto,       ch’ài morto el pianto
     de l’huomo enfermato.
Sopre el fa acuto       me pare emparuto
     che l canto se pona.14
     Et nel fa graue       descende suaue
     che l uerbo resona.
     Cotal desciso       non fo mai uiso2
     sì ben concordato.8
Li cantatori       iubilatori
     che tengon lo choro,
     son gli angeli sancti       che fanno li canti
     al diuersoro,12

     Dauante l fantino       che l uerbo diuino
     ce ueggio encarnato.
Audito è un canto:       gloria en alto
     a l’altissimo Dio;16
     Et pace en terra,       ch’è structa la guerra
     et omne rio.
     Vnde laudate       et benedicete
     Christo adorato.20
En carta ainina       la nota diuina
     ueggio ch’è scripta,
     Là u’è l nostro canto       ricto & renfranto
     a chi ben ci aficta.24
     Et Dio è lo scriuano,       ch’à ’perta la mano,
     che l canto ha ensegnato.
Loco se canta       chi ben se n’amanta
     de fede formata,28
     Diuinitate       en sua maiestate
     ce uede encarnata.
     Onde esce speranza       che dà baldanza
     al cor ch’è leuato.32
Canto d’amore       ce troua a ttutore
     chi ce sa entrare.
     Con Dio se conforma       et prende la norma
     del bel desiare.36
     Co seraphyno,       deuenta diuino
     d’amor enflammato.
El primo nocturno       è dato a lo sturno
     de martyrizati.40
     Stephano è l primo,       che canta sublimo
     con soi acompagnati,
     Ch’on posta la uita,       en Christo l’ò insita,
     ch’è fior de granato.44
El secondo sequente       è dato a la gente
     de li confessori.
     Lo Vangelista       la lengua ci à mista
     ch’adorna li chori.48
     Che nullo con canto       uolò tanto ad alto
     sì ben consonato.
El terzo sequente       a li innocenti
     par che se dia.52
     Ché col garzone       ad ogne stagione
     so en sua compagnìa.
     Te Dio laudamo,       con uoce cantamo
     che Christo oggi è nato.56

O peccatori,       ch’a li mal signori
     hauete seruito,
     Venite a cantare       che Dio pò hom trouare,
     ch’en terra è apparito60
     En forma de garzone,       et tiello en pregione
     chi l’à desiato.
Huomini errati,       che site uocati
     a penetenza,64
     La quale omne errore       ue tolle dal core,
     et dà entellegenza
     De ueritade       per pietade
     a chi è humiliato.68
Huomini insti,       che sete endusti,
     uenite a cantare;
     Ché sete enuitati,       a Dio uocati
     a gloriare,72
     A regno celesto       che compie omne festo
     che l core ha bramato.

  1. [p. 195 modifica]che l canto se pona: altroue era tal canto.
  2. [p. 195 modifica]non fo mai uiso: altroue era ancor uiso.


Note

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