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LXXXVII. De l’amor diuino la misura del quale è incognita
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De l’amor diuino la misura del quale è incognita.          .lxxxvij.


     AMor che ami tanto,       ch’io non so dirlo quanto
     del como esmesurato!
La mesura se lamenta       del como esmesurato,
     sua ragion uole a distenta       parli l’amor tribulato;4
     la smesuranza s’è leuata,       messo ha el freno a la mesura,
     non faccia sommergetura,       ché non serìa più comportato.
Lo sapor de sapienza       l’affecto sì ha sotterrato,
     lo lume de intelligenza       udite tracto ch’à pensato:8
     l’affecto sì ha pigliato       et hallo messo en pregione,
     sottomesso a la ragione,       loco l’à terrafinato.
L’affecto, poi ch’è en pregione,       piange con gran desianza,
     nullo consolo se uol dare       de la preterita offensanza,12
     de chi gli à tolta la speranza       poi la comenza a biastemare,
     et non se uol consolare       sì sta en sé contaminato.
O amor contaminato,       tutto pieno de furore,
     d’onne tempo hai mormorato,       ène entrato en possessore;16
     la iustitia ch’è assessore,       sì t’à preso a condennare,
     d’omne officio te priuare,       ché non sai far bon iudicato.
La iustitia sì è presa       da lo senno del sapere,
     una ragion gli è commessa       che non degia preterire,20
     la scientia far tacere       et omne acto alienare,
     et le uirtute exaltare,       se non serìa excomunicato.
O amor ch’èi tempestoso,       ch’en te non fai recepto,
     ètte sottracto el prestato,       conquassato sta l’aspecto;24
     ma el desìo del dilecto       abracciato ha el disiare,
     con lo uile en sé uilare       non uederse en sé uilato.

O audito senza audito,       che en te non hai clamore,
     entellecto senza uiso       hai anegato omne ualore;28
     non hai en te possessore,       da altri non èi posseduto,
     omne acto sì t’è renduto,       sì sta l’amore affixato.
L’odorato t’è renduto,       non sai dir que è delectare,
     lo sapore è facto muto,       non sa dir più que è gustare;32
     lo silentio ce appare,       ché gli è tolto omne lenguaio;
     allor par già quietaio,       uiue en sé ben roborato.
Tucti gli acti uechi & noui       en un nichilo son fondate,
     son formati senza forma,       non han termen né quantitate,36
     uniti con la ueritate;       coronato sta l’affecto,
     quietato lo ntellecto,       nell’amore trasformato.

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