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XXVIII. De la impatientia che fa tutti li beni perdere
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De la impatientia che fa tutti li beni perdere.          .xxviij.


     ASsai me sforzo a guadagnare       se l sapesse conseruare.
Relioso sì so stato,       longo tempo ho procacciato;
     & aiolo sì conseruato,       che nulla ne pos mostrare.
Stato so en lectione,       esforzato en oratione,4
     mal soffrir a la stagione       & al pouer satisfare.
Stato so en obedenza,       pouertate & sofferenza;
     castetate abbe en placenza       secondo l pouer mio afare.
Et molta fame sostenìa,       freddo & caldo sofferìa;8
     peregrino & longa uia       assai m’è paruto andare.
Assai me lieuo a matutino       ad officio diuino,
     terza & nona & uespertino       po compieta sto a ueghiare.
Et uil cosa me sia dicta,       al cor passa la saicta;12
     & la lengua mia sta ricta       ad uoler fuoco gettare.
Or uedete el guadagnato,       co so ricco & adagiato!
     ch’un parlar m’à sì turbato       ch’a pena posso perdonare.

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