< Laude (1910) < Laude
Questo testo è completo.
XXXVII. De la castità la quale non basta a l’anima senza l’altre uirtute
Laude - Lauda XXXVI Laude - Lauda XXXVIII

De la castità la quale non basta a l’anima senza l’altre uirtute.          .xxxvij.


     O Castitate, fiore       che te sostene amore.
O fior de castitate,       odorifero giglio,
     con molta soauitate       sei de color uermiglio
     & a la trenetate       tu representi odore.4
O specchio de belleza,       senza macchia reluce;
     la mia lengua è mancheza       de parlarne con uoce,
     l’alma serue en netteza       senza carnal sozore.
O luce splendiante,       lucerna sè preclara,8
     da tutti si laudante       & en pochi si cara;
     li tuoi dolce sembiante       piaceuel so al Signore.

O thesauro inuento,       che non te può stimare
     né auro né argento,       non te posso aprezare;12
     qual homo de te sta lento,       sì cade en gran fetore.
O roccha de forteza,       en la qual è gran thesoro;
     de fore sì pare aspreza       & dentro è mel sauoro;
     non se ce uol pigreza       a guardare a tutt’hore.16
O manna sauorita       che è la castitate;
     l’alma conserua zita       con molta adornetate;
     poi che del corpo è scita       sì troua el suo factore.
Alma, che uai a marito,       de castitate ornata,20
     lo tuo marito è zito       & tu te sè ben portata,
     lo cielo te serà aprito       & factote grande honore.
Alma, che stai narrata       de lo sposo dilecto,
     sèruate ben lauata,       el tuo uolto stia necto,24
     ché non si’ renunzata       & factote descenore.
Alma, non t’è bastanza       pur sola una gonella;
     se non ci ài più adornanza,       già non ce parrai bella;
     ne l’altre uirtute auanza       che te dian bel colore.28
Alma, lo tuo uestire       sì sonno le uirtute,
     nulla ne puoi hauere       che siano sceuerute;
     pur brigale d’enuenire       con tutto el tuo ualore.
Alma, per te uestire       Christo ne fo spogliato;32
     per tuoi piaghe guarire,       esso fo uulnerato;
     lo cor se fe’ aprire       per renderte uigore.
Alma, or te ben pensa       en que l’ài tu cagnato;
     per uil piacer de offensa       tu l’ai abandonato,36
     el corpo sì t’è en placenza       & facto l’ài tuo amadore.
Alma, lo corpo è quello       che t’à giurata morte,
     guàrdate ben da ello,       ché ha losenghe molte
     & è maluascio & fello       & ètte traditore.40

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.