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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1834
LE MONICHE
Che mme1 parlate a mmé dde vocazzione
E dde voti perpètuvi2 e ssinceri!
Bbisoggnerìa3 ch’Iddio fussi un buffone
Pe’ ddisdì4 oggi quer che ddisse jjeri.
Quann’er Papa ariuprì li Monisteri
Che l’aveva serrati Napujjone,5
Quante Moniche annorno6 volentieri
A ffasse riammurà?7 Cquattro bbabbione.8
Tutte l’antre9 che ppréseno la scorza10
Poc’anni prima, er Papa in ner Convento
Ce le dovette aricaccià ppe’ fforza.
Tutto questo perchè? Pperch’è un strapazzo
De volé ddà11 a la donna er giuramento
In quel’età cche nnun capissce un cazzo.
18 gennaio 1834
- ↑ Mi.
- ↑ Perpetui.
- ↑ Bisognerebbe.
- ↑ Per disdire.
- ↑ Napoleone.
- ↑ Andarono.
- ↑ A farsi rimurare.
- ↑ Vecchione.
- ↑ Le altre.
- ↑ Presero l’abito.
- ↑ Di voler dare.
Note
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