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Er quadraro Le Moniche
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1834

LI GUAI DE LI PAESI

     Cqua ’ggni du’ ggiorni o ttre ppe’ ssittimana
C’ar padrone j’arriva la gazzetta,
Nun ze sent’antro a ddì1 cche la Fajetta
Scombussola la Francia sana sana.

     Pussibbile,2 per dio, c’a sta puttana
Nun j’abbi da pijjà mmai ’na saetta!
Nu l’impiccheno mai sta mmaledetta,
Che vvò atterrà la riliggion cristiana?

     L’istesso è dde l’Ingresi co’ cquer Billo:
Ché sto ladro futtuto l’arrovina
E ancora nun arriveno a ccapillo.3

     Bbenedetta la Corte papalina,
Che ar meno questo cqui bbisoggna dìllo4
Dà ppane ar boja e sse mantiè rreggina!

17 gennaio 1834



  1. Non si sente altro a dire.
  2. Possibile.
  3. A capirlo. Se è compatibile un plebeo di aver preso il Generale Lafayette per una donna, che dovrà dirsi dell’Eminentissimo Capelletti (già Governatore di Roma, vice Camarlingo di Santa Chiesa e Direttore generale di Polizia) il quale si scagliò con veementi parole contro quel rivoluzionario di Monzù Bill d’Inghilterra, al tempo della riforma parlamentaria?
  4. Dirlo.

Note

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