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La Madòn de la neve Er ceco
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1835

LE MAN'AVANTI

     Ggiù cco le mano;1 se stia fermo; e ddua.
A cchi ddico? E da capo! Ahà, ho ccapito:
Savio, sor Conte, chè jje scotto un dito.
Ma ssa cche llei è un ber porco da ua?2

     Me pare una vergoggna a mmé sta bbua3
Co ’na zitella che nun ha mmarito.
Dunque me lassi in pasce:4 ecco finito;
E sse tienghi le mano ccasa sua.5

     Ôoh, adesso principiamo co’ la gamma.6
Vò ffinilla sì o nnò? Bbadi, Eccellenza,
Nun ciariprovi7 veh, cchè cchiamo Mamma.

     E cche sse8 crede lei? de stà ar precojjo?9
Io co’ llei nun ce pijjo confidenza,
E ste su’10 libbertà mmanco le vojjo.

14 settembre 1835

  1. Mani.
  2. Un bel porco da uva: sozzo in grado estremo.
  3. Questa storia, questa faccenda, ecc.
  4. Mi lasci in pace.
  5. E si tenga le mani a sé.
  6. Gamba.
  7. Non ci riprovi.
  8. Si.
  9. Al proquoio.
  10. E queste sue.

Note

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