Questo testo è incompleto.
Er primo giorno de quaresima Er frate scercante
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1847 e 1849

LE MMASCHERINE PULITUCCE

     Eppoi m’ammascherai giuveddì ggrasso
Co Nnunziata e la sposa de Cammillo,
E cquer giorno mettessimo er ziggillo
E ddio sa ssi fascessimo fracasso.

     Pe’ ttutto er corzo nun movemio un passo
Che intorno a nnoi se sentisse un strillo
Perchè è inutile, via, nun fo ppe’ ddillo,
Ma stamio propio bbene: èrimo l’asso.

     D’accordo tutt’e ttre, cc’èrimo prese
Un bell’abbito-a-nnolito compagno,
Tutto-quanto de seta all’arbanese

     E cco la nostra mmaschera e li guanti
Portamio uggnuna in mano un scacciaragno
Pe’ scopettacce er gruggno a ttutti quanti.

17 febbraio 1847

Note

    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.