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Mariuccia la bbella La luscerna
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1835

LE MORMORAZZIONE DE GGIUJANO

     Sto ppe’ ddì, ssarv’er vero, che Ggiujano
Fa assai male a sparlà ccontr’er governo;
E, ssarv’er vero, quer lòtono1 eterno,
Sto ppe’ ddì, nnun è azzione da romano.

     Fussi2 anche Roma, sto ppe’ ddì, un inferno,
E, ssarv’er vero, er diavolo un zovrano,
Me parerebbe sempre c’un cristiano
Nun avessi3 da usà st’uso moderno.

     Sto ppe’ ddì cche Ddio è bbono, sarv’er vero;
Ma a fforza de st’offese ar zu’ Vicario4
Da bbianco, sto ppe’ ddì, sse5 farà nnero.

     Doppo ch’er Papa, sarv’er vero, assiste
La Cchiesa, e, sto ppe’ ddì, ssenza salario,
Ha d’annà ssotto a ste linguacce triste?

30 settembre 1835

  1. Querimonie.
  2. Fosse.
  3. Non avesse.
  4. Al suo vicario.
  5. Si.

Note

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