< Le odi di Orazio < Libro primo
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V.
Qual giovin tenero tra fiori rosei
Sparso di liquidi profumi stringeti
In caro speco, o Pirra?
4Per chi ’l crin biondo pettini,
Pulita e semplice? Ah! quanto piangere
Dee la fè varia, gli Dei mutevoli,
E mirar non avvezzo
8L’onde aspre a’ venti infausti
Chi gode or credulo te, bellezza aurea,
Chi sempre dedita, chi sempre amabile
Te spera, dell’infida
12Aura inesperto! Ahi miseri,
Cui splendi ingenua! Votiva tavola
Mostra nel tempio me, che già l’umide
Vestimenta sospesi
16Al dio signor del pelago.
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