< Le odi di Orazio < Libro primo
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Quinto Orazio Flacco - Odi (I secolo a.C.)
Traduzione dal latino di Mario Rapisardi (1883)
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XXII.


Uomo incorrotto e di delitti puro
    Di mauri dardi uopo non ha nè d’arco
    Nè di faretra grave d’attoscate
        4Saette, o Fusco,

Sia che per sirti ribollenti ei mova
    O pel Caucaso inospite il viaggio
    O per le plaghe là cui favoloso
        8Lambe l’Idaspe.

E però dentro a la sabina selva,
    Mentre Lalage mia canto, e di cure
    Libero vago oltre il confine, fugge
        12Me inerme un lupo:

Mostro il cui pari nè la marziale
    Daunia alimenta ne’ suoi vasti ischieti,
    Nè di Juba la terra, di leoni
        16Arida altrice.


Ponmi ne’ pigri campi ove nessuna
  Arbor si allieti d’un alito estivo,
  Del mondo in loco tal cui nebbia e Giove
    20Maligno opprima;

Ponmi in paese che, vicino troppo
  Al solar carro, uopo non ha di tetti.
  Io Lalage amerò che dolce ride,
    24Che dolce parla.

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