< Le odi di Orazio < Libro primo
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Quinto Orazio Flacco - Odi (I secolo a.C.)
Traduzione dal latino di Mario Rapisardi (1883)
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XXIII.


Da me sgattàjoli, Cloe, qual cerbiattolo
  Che in monti impervj chiami la pavida
    Madre, non senza un vano
    4Timor di selva e d’aure;

Chè se le tremule foglie stormiscano
  D’aprile a’ zefiri, se le lucertole
    Verdi smovano un rovo,
    8Core e ginocchi ei trepida.


Eh via, qual’ispida tigre o qual getulo
  Leon per frangerti non ti perseguito:
    Lascia la mamma alfine;
    12Tempo è che un uom ti sèguiti.


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