< Le odi di Orazio < Libro secondo
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Quinto Orazio Flacco - Odi (I secolo a.C.)
Traduzione dal latino di Mario Rapisardi (1883)
Libro secondo - IX Libro secondo - XI

X.


Meglio vivrai, Licinio, ove nè sempre
    Tu ti avventuri ad alto mar, nè troppo
    A fuggir cauto le procelle, premi
            4Il lido iniquo.

Aurea mediocrità chiunque ha cara
    Si tien lungi da vil sordido tetto
    Securo, e lungi da invidiata reggia
            8Sobrio si tiene.


Più spesso a’ venti s’agita l’immenso
    Pino; s’atterran con maggior ruina
    Le torri eccelse; il fulmine i più alti
            12Monti ferisce.

Spera tra’ casi avversi, in tra’ secondi
    Teme contraria sorte un ben munito
    Petto. Gl’inverni procellosi Giove
            16Adduce, ed esso

Li scaccia. S’ora è mal, non fu, nè fia
    Sempre così. Le Muse, assai già mute,
    Suscita con la cetra: ognora l’arco
            20Non tende Apollo.

Tu nelle angustie coraggioso e forte
    Móstrati; al vento favorevol troppo
    Ammàina tu stesso accortamente
            24Le gonfie vele.


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