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Er tistimonio culàre La statura
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1835

LE SECCATURE1 DER PRIMO PIANO

     Disce: “Nina è bbussato, annàt’a uprì.„2
Io me finisco d’allaccià er corzè,
Curro a la porta e ddimanno: “Chi è?.„
Disce: “Amici.„ “Chi vvò?.„ Disce: “Er Balì.„

     Dico: “Uhm, sto coggnome cqua nun c’è.„
Disce: “Ma ccome! m’hanno detto cqui.„
Dico: “Fratello, cosa v’ho da dì?
Si mmai nu lo conoscheno3 ar caffè....„

     Disce: “Scusate„; e sse n’annava4 ggiù.
Dico: “Ggnente, ma, pss, sentit’un po’,5
Dico, eh quell’omo, aritornate su.„

     Dico: “È un francese chi ccercate?„ “Nò„,
Disce: “è romano.„ “Ah, ccredevo un monzù„,
Dico; “ma, o ll’uno o ll’antro,6 io nu lo so.„

28 agosto 1835

  1. Le noie, gl’incomodi.
  2. Andate ad aprire.
  3. Se mai non lo conoscono, cioè: “Seppure non lo conoscessero„, ecc.
  4. Se ne andava.
  5. Sentite un poco.
  6. O l’altro.

Note

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