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Lettera a Francesco Guicciardini
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XXXVII.


A FRANCESCO GUICCIARDINI.


ANcorchè io sappia che da Luigi vostro vi sia stato scritto l’oppinione sua circa il mettere dentro il colle di S. Miniato, perchè mi par caso importantissimo, io non voglio mancare di scrivervene un motto. La più nociva impresa che faccia una Repubblica è farsi in corpo una cosa forte, o che subito si possa fare forte. Se voi vi arrecate innanzi il modello che si lasciò costì, voi vedrete che, abbracciato San Miniato, e fatto lassù quel baluardo, che una fortezza è fatta, perchè dalla porta a San Miniato a quella di San Niccolò è sì poco spazio, che cento uomini in un giorno, sgrottando, lo possano mettere in fortezza, di qualità che se mai per alcuno disordine un potente venisse a Firenze, come il re di Francia nel 1494, voi diventate servi senza rimedio alcuno, perchè, trovando il luogo aperto, voi non potete tenere che non vi entri; et potendosi serrare facilmente, voi non potete tenere che non lo serri. Consideratela bene, e con quella destrezza potete, ovviatela, e consigliate quella tagliata, la quale è forte e non pericolosa, perchè, se quella di San Miniato si comincia, io dubito non dispiaccia troppo.

Vi ho scritto queste 3 lettere appartate, perchè le possiate usare tutte come vi vien bene.

A dì 2 di Giugno 1526.

Niccolò Machiavelli.


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