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CI. — A N.N.
Vol. I - 100 Vol. I - 102

CI. — A N.N.1


Il Ciotti libraio è ritornato dalla fiera di Francoforte domenica solamente. Ieri gli recapitai quelle di V.S.; l’una venuta per lo spaccio presente, l’altra per il passato. Non vi fu tempo di parlare del negozio della stampa: oggi procurerò in ogni modo di ragionarne; e succedendo, gliene darò conto in fine di questa.

Ho veduto e letto il libro di Barclaio, che mi fu mandato dalla grazia di monsieur Gillot. Io direi che fosse opera degna di stima, quando non fossi interessato per aver difesa la medesima opinione. L’Apologia regia io l’ho già veduta. La Tortura Torti l’avrò fra otto giorni; di modo che non è necessario, che V.S. prenda incomodo per farmi capitar nessuno di questi tre libri.

Qui abbiamo non solo avuto la nuova, ma veduto i capitoli del nuovo collegio instituito in Inghilterra; preparazione di nobili agenti, non mancando materia; perchè mossi da buoni fini, potranno produrre degnissime opere. S’intende che saranno tredici teologi, e due istorici. Questi ultimi potranno attendere a Baronio. Fra tanto non è da credere che gli altri sieno oziosi.2

Pareva che chi governa costì, avesse intenzione di sopire le discordie; ma il deputare due Gesuiti che leggano le Controversie, non cammina a questa via. Altre volte vi era in Roma una tale cattedra, la quale fu anco empiuta da Bellarmino; poi, avuta miglior considerazione, convennero di levarla, ordinando che si leggesse tutto il corso, e le Controversie si trattassero a’ suoi luoghi. Ma quel padre Frontone,3 quanto più si mostra alieno dal procedere comune di società, tanto più si può credere che usi la virtuosa loro equivocazione. All’italiana si dice, che non è terreno d’andarci scalzo.

Per ancora non si è veduto alcuna cosa scritta contro il libro del re. S’è detto che Bellarmino vi si adoperi; io però non lo credo. Se costì uscirà quella di che V.S. fa menzione, la riceverò in grazia. Le resto obbligato per il libro e per i due fogli, li quali hanno ben pigliato la midolla in quella materia. Veramente la ricerca che si fa costì dei libri insolita, mostra lo sforzo della lucerna che si vuole estinguere.

Io mi sono maravigliato assai della Thèse, perchè credevo che solo in Italia si bestemmiasse; ma veggo che tutto il mondo è paese. Il nome di Harlay m’ha messo gran curiosità di sapere se l’autore è della casa del Presidente.

Le cose di Cleves daranno da parlar assai questo verno; ma vi è buona speranza che a primavera tutto si metterà in silenzio. La nuova dell’interdetto di Svezia non è vera; ma in cambio di queste, è ben vero che li Spagnuoli hanno trasportato in Africa 100 mila Mori, e forse più.4 Medicina salutare per quel paese, se non supera le forze dell’infermo; come si può credere che non sia, poichè sono valenti politici.

Domenica resi quella di V.S. a monsieur Assellineau; al quale anco, circa il mezzo di settembre, resi quella lettera di 25 agosto, dove era il Commentario sopra Marziale; il quale io vidi, perchè era sciolto dalla lettera. Credo che V.S. averà ricevuto sue lettere scritte il dì 29, perchè gliele mandai. Tutte le lettere che vengono nel mio plico, gli capitano in mano propria, perchè egli stesso viene a pigliarle. Credo che oggi le scriverà, avendomi promesso di farlo: il che se farà, la sua verrà con questa.

Qui è nuova, che li Spagnuoli hanno fatto una scorreria in Bearne. Desidero saper il particolare. Pare che le cose di Boemia siano acquietate, non so se per eccitarsi di nuovo. Nel principio del seguente mese si faranno le nozze del duca di Wirtemberg con la sorella dell’elettore di Brandebourg, dove conveniranno molti prencipi, e potrebbe esser congregazione tanto politica quanto nuziale.

Ho sentito con molto dispiacere, che V.S. teme della sanità di monsieur De l’Isle: desidero intendere quel che si sia. Trattanto pregherò Dio che le doni conservazione o recuperazione di sanità, e a V.S. ogni felicità: alla quale bacio la mano.

Di Venezia, li 26 ottobre 1609.



  1. È tra quelle alla cui testa, nella raccolta di Ginevra, fu posto: “Le seguenti sono state scritte ad altri.„ Dal suo contenuto, noi la giudicheremmo diretta al Castrino.
  2. Può rivedersi alla pag. 315.
  3. Il gesuita Frontone di Duceo, nativo di Bordeaux, pubblicò edizioni delle opere di Niceforo e di San Gio. Grisostomo, ed una ne scrisse in tre volumi contro il celebre teologante ugonotto Duplessis Mornay.
  4. Era questo come un saggio anticipato della tanto famosa cacciata dei Mori dalle Spagne, fatta dalla sapienza medicatrice di Filippo III e de’ suoi ministri, con decreto dei 9 dicembre 1609, e che spopolò quella penisola di più che 900,000 abitanti. Il Sarpi mostrava già di credere pernicioso un tale rimedio, anche ristretto nella proporzione di una semplice nona parte.


Note

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