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Lettera 46
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A Bellosguardo

14 aprile 1630

Amatissimo Signor Padre.

Non ho dubbio alcuno che V. S. non sia pronta a mandarmi molto volentieri quanto ier l’altro gli domandai; ma se per disgrazia la memoria non gli servissi, ho stimato necessario il tenergli ricordato il fiasco di vino, due ricotte e quell’altra cosa per dopo l’arrosto; non limone, o ramerino, come V. S. disse, ma cosa di fondamento secondo il mio gusto per domattina all’ora del desinare delle Monache. La staremo aspettando insieme con la cognata e Vincenzio, siccome ne promesse. E fra tanto pregandole da nostro Signore ogni desiderato contento, La salutiamo di cuore.

sua figliuola Affezionatissima

S. Maria Celeste.

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