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Lettera 60
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A Bellosguardo

San Matteo, 9 marzo 1630 [1631]

Amatissimo Signor Padre.

Perché credo infallibilmente che V. S. averà ricevuta l’ultima mia lettera che scrissi molti giorni sono, non replicherò altro del contenuto di essa, se non che gli significherò di nuovo il mio bene stare, e similmente di tutte le amiche, per grazia di Dio. È ben vero che questi tanti ritiramenti e quarantene mi danno, o più presto hanno dato, per la fantasia, mentre m’hanno vietato il poter aver spesse nuove di V. S. Credo pure che adesso dovranno terminare, e per conseguenza che potremo presto rivederla. Intanto desidero di sapere s’Ella sta bene, ch’è quello che più d’ogni altra cosa mi preme, e anco se ha nuove di Vincenzio e della Cognata.

Rimando due fiaschi vuoti, e mandogli questi pochi mostacciuoli che credo non gli spiaceranno, purché non siano, come dubito, cotti un poco più di quello che richieggono i suoi denti.

Questo tempo così piovoso non mi ha concesso il fargli un poco di conserva di fiori di rannerino, com’avevo disegnato, ma subito che potrò aver i fiori asciutti, la farò e gliela manderò.

Intanto a lei di cuore mi raccomando insieme con Suor Arcangela e le solite. Prego Nostro Signore che la conservi in sua santa grazia, e desidero che dia un bacio di più a Galileino per mio amore.

figliuola Affezionatissima

S. M. Celeste.

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