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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1834
LI CANTERINI NOTTETEMPI1
Si2 dda du’ ora inzino a ssei d’istate,
E in ne l’inverno inzin’a ssett’e a otto,
Voi sentite pe’ strada un giuvenotto
Sorfeggià mmille ariette sfiorettate,
Tramezzo a ttanti trilli e sgorgheggiate
Potete puro3 dì: “Cquer musicotto
Ha una pavura che sse4 caca sotto„;
E er grancio, ve dich’io, nu lo pijjate.5
Jerzera uno cantava a la Missione:6
“Alesandro che ffai?„,7 e all’aria bbujja
Se sentì rrepricà: “Ccaco un boccone.„
Avete visto mai ladro e ppatujja?
Accusì llui: pijjò, ccristo, un fugone,
Che annò a sbatte le corna in de la gujja.8
22 aprile 1834
- ↑ Notturni.
- ↑ Se.
- ↑ Pure.
- ↑ Si.
- ↑ Non lo pigliate.
- ↑ Chiesa e cenobio sulla piazza di Monte Citorio.
- ↑ Emistichio di Metastasio, che a tempo de’ nostri padri si udiva spessissimo a notte risuonare nel buio per Roma.
- ↑ Aguglia. L’obelisco eretto in mezzo alla piazza.
Note
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