Questo testo è incompleto.
A la Torfetana La carestia
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti dal 1828 al 1847

LI CU.. .

     Hai visto er mappamonno de l’ostessa?
Bùggerela, pezzìo!,1 che vviscinato!
Si cquella se fa mmonica, sagrato,
Zompa de posta2 a ddiventà bbadessa!

     Tentela, Cristo!: e, servo de pilato,
Si nun m’inchiricozzo3 pe’ ddì mmessa
E cconfessà sta madre bbattifessa,
Pozzi trovà ’ggni bbuscio siggillato.

     Ma chi ssà cche vvertecchio4 s’aridusce,
Si ppoi sce levi quarche imbrojjo attorno?
Nun è ttutt’oro quello c’arilusce.

     Ne so5 ttant’antre, che, all’arzà, bbon giorno!:6
Ma in cammio scianno poi scime de bbusce,
Da fà ccrepà pe’ l’invidiaccia un forno.


Morrovalle, 25 settembre 1831 - D’er medemo

  1. Per zio, in cambio di per Dio.
  2. Di slancio.
  3. Se non mi fo la chierica.
  4. L’anello del fuso.
  5. Ne conosce.
  6. Tutto è scomparso.

Note

    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.