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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti dal 1828 al 1847
LI FIJJI.
Come campa Mattia? campa er cazzaccio1
A le spalle der vecchio Zzaccaria.2
Fa ll’arte che fasceva er Micchelaccio:
Maggnà e bbeve, annà a spasso, e ttirà vvia.
E io porco somaro gallinaccio,3
Che mme vado a ddannà ll’anima mia,
Che schiatt’e ccrepo, e sbuggero, e mme sbraccio,
Pe mmantené la pacchia4 ar zor Mattia!
Fijji?! Accidenti a cchi li scerca, io dico!
Eppuro sto gustaccio che cc’è mmóne5
D’annalli seminanno è accusì antico!
Uh ppotessi tornà ddrent’ar fic...
De mi’ madre, vorìa,6 sin a un cinìco,7
Tajjamme st’u.....accio bbuggiarone.
8 gennaio 1832
- ↑ Ironicamente “lo sciocco.„
- ↑ [Cioè: “A le spalle di me, che son vecchio.„ E questo modo, comunissimo, è nato dalla dimora di quasi tre mesi che la Madonna fece in casa di Zaccaria, quando andò a visitare la sua cugina Elisabetta.]
- ↑ [Tacchino, minchione.]
- ↑ Il buontempo.
- ↑ [Mo, con l’aggiunta del ne eufonico]: adesso.
- ↑ Vorrei.
- ↑ Fino all’ultimo pezzetto.
Note
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