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La scummunica Chi è ccausa der zu' mal
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1835

LI GGIOCHI DE LA FURTUNA

     A cquer zor tale, quanno magro e affritto1
Fasceva er torcimano a un rigattiere,
La miseria, le trappole, er mestiere,
E ttutto quer che vvòi, j’era dilitto.

     Oggi perantro2 che nun è ppiù gguitto
E ha ccrompato3 un croscion da cavajjere,
Te l’incenzeno in tutte le maggnere4
E in casa, e ffor de casa, e a vvosce e in scritto.

     Oggi è bbello, oggi è bbono, oggi ha ttalento,
Oggi fa bbene, e nun ze5 sbajja mai,
Oggi si6 arrubba7 tre mmerita scento.8

     Malappena9 sei ricco, in du’ parole,10
Bbasta un cerino a mmostrà cchiaro c’hai
Vertù cche pprima nun scopriva er zole.11

25 agosto 1835

  1. Afflitto.
  2. Peraltro.
  3. Comperato.
  4. Maniere.
  5. Non si.
  6. Se.
  7. Ruba.
  8. Cento.
  9. Appena.
  10. Per ristringere il molto in poche parole.
  11. Il sole.

Note

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