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Una dimanna lescit'e onesta Li mariggnani
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1834

LI GUAI1

     Oh cche jjoja!2 A cquest’ora è un tre o quattr’anni
Che ppe’ ttutte le cchiese e ll’ostarie
Io nun zent’antro3 co’ st’orecchie mie
Che ppiaggn’er morto4 e ppredicà5 mmalanni.

     Bbe’? cch’è ssuccesso? Indove sò sti danni,
Ste ruvine, sti guai, ste caristie?
Tutte maliggnità, ttutte bbuscìe,6
Tutte invenzione, spavuracchi e inganni.

     Sino ch’er Papa va in villeggiatura,
E sta (Ddio je l’accreschi) alegramente,
Se pò ppuro dormì7 ssenza pavura.

     Caso contrario, lui ch’è un omo-fatto,
Timorato de Ddio, dotto e pprudente,
Sparaggnerebbe e nnun farebbe er matto.

12 marzo 1834

  1. Guai, nel senso di “sventure.„
  2. Joia: petulante e noiosa cantilena.
  3. Non sento altro.
  4. Querelarsi.
  5. Predire.
  6. Bugie.
  7. Si può pure dormire, ecc.

Note

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