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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1835
LI MARITI
Dio la sa llonga, amico, e cquanno venne
A ppiantà nne la Cchiesa er zagramento
Der madrimonio, cianniscóse1 drento
Una prova de quanto se n’intenne.2
Appena hai detto: Padre sì,3 ar momento
Te cascheno sull’occhi tante bbenne,
C’hanno poi tempo in testa a spuntà ppenne:4
Ammojjato che ssei, dormi contento.
Simpriscian,o er marito de Pressede,
GgnisunoFonte/commento: Sonetti romaneschi/Correzioni e Aggiunte pò nnegà cch’è un omo asperto;
Eppuro, eccolo lì, sta in bona fede.
Capisco, lei lo bbuggera5 ar cuperto:
Lo so, ddisce er proverbio: Occhi nun vede,
Core nun dole; ma ccornuto è ccerto.
10 gennaio 1835
- ↑ Ci nascose.
- ↑ Se ne intende.
- ↑ [Cioè: "Appena hai sposato.„ Perchè a Roma e altrove il popolo dà al curato il titolo di padre.]
- ↑ Han bel fare poi le penne a spuntar fuori.
- ↑ Inganna.
Note
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