Questo testo è incompleto. |
◄ | La lezzione der padroncino | La lègge (1834) | ► |
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1834
LI NUVOLI
Stateme bben’attente, che vve vojjo
Spiegà cche ssò1 li nuvoli, sorelle.
Sò ttante pelle2 gonfie, ugual’a cquelle
Che cqui a Rripetta3 sce se4 mette l’ojjo.5
Me sò ffatto capì? Ddunque ste pelle
S’empieno d’acqua e de tutto l’imbrojjo
De grandine e dde neve. Oh, mmó vve ssciojjo6
Er come Iddio pò ffà ppe’ sostenelle.
Iddio manna7 li spiriti folletti,8
Che soffiannoje sotto co’ la bbocca,
Li vanno a ssollevà ssopr’a li tetti.
Si in questo9 quarche nnuvolo se tocca,
Sce se fanno cqua e llà ttanti bbuscetti,10
E allora piove ggiù, ggrandina e ffiocca.
8 aprile 1834
- ↑ Che sono, cosa sono.
- ↑ Pelli.
- ↑ Ripetta: il minore de’ due porti del Tevere in Roma.
- ↑ Ci si.
- ↑ Da oglio, corruzione di olio.
- ↑ Vi sciolgo: vi dichiaro.
- ↑ Manda.
- ↑ Niun credente ignora di quanta moltitudine di folletti sia l’atmosfera rimasta popolata sin dalla famosa caduta degli angioli ribelli, anteriore alla fondazione del mondo.
- ↑ Se in questo momento, ecc.
- ↑ Buchetti.
Note
Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.