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Mastro Grespino Ar zor Lesandro Tavani
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1836

LI PADRONI BBISBÈTICHI

     Dichi1 a la tu’ padrona ch’è indiscreta?
Oh ssenti er mi’ sor Conte quant’è ccaro.
Disce: “Vàmme a ccrompà2 cqui dar libbraro
La pianta de la ssedia de Gaeta.„3

     Dunque io me crese4 de fà mmejjo, Teta,5
D’annà ppiuttosto a cchièdela ar zediaro.
Disce: “Io nun venno6 st’erbe, fratèr caro:
Le tierà7 er zempriscista coll’abbieta.„8

     Curro9 dar zempriscista: ebbè cquer manico
De panza10 disce: “Fijjo mio, ste piante
Forzi11 sce l’averà ll’orto bbottanico.„

     Inzomma, a ffàlla curta, Teta mia,
Nun trovai ggnent’affatto; e cquer gargante12
Quanno c’aritornai, me cacciò vvia.

2 dicembre 1836

  1. Dici.
  2. Comperare.
  3. Dell’assedio di Gaeta.
  4. Mi credetti.
  5. Teresa.
  6. Non vendo.
  7. Terrà.
  8. Bieta.
  9. Corro.
  10. “Manico di pancia„: voce spregiativa della serie di minchione, ecc.
  11. Forse.
  12. Uomo di mala fede, o ingiusto.

Note

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