Questo testo è incompleto.
La scianchetta Santissima Er tistimonio culàre
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1835

LO SBARCO FRATINO

     Ar lazzaretto tra Nnottuno1 e Ancona
So’ sbarcati da scento a ccentoventi
Frati de ttutte sorte de conventi
Iti a ffoco a Ccaloggna e Bbraccellona.2

     Nun hann’antro con zé3 che la corona,
Bbrutti, panónti,4 lsceri e ppezzenti.
Ma cce sarà cchi li farà ccontenti.
E indovinate chi? Rroma cojjona.

     Cqua sse pò ddì:5 Ppadre, è ccressciuto un frate,
E sse pò arrepricà6 ccom’er Guardiano:
Brodo-lóngo, fra Ddiègo, e sseguitate.

     Via,7 lóngo lóngo nun zarà sto bbrodo.
Eppoi eppoi tra er popolo romano
Bbeato er frate che cce pianta er chiodo!

28 agosto 1835

  1. Nettuno, terra sul Mediterraneo. [Nell' agosto del 1835, c'era il colera in mezza Europa. S' intende poi, che il popolano che parla in questo sonetto, fa tutt' una cosa del Mediterraneo con l'Adriatico.]
  2. In Catalogna, in Barcellona. Riferisce agl’incendi di conventi per opera de’ costituzionali di Spagna. [V. i sonetti: Er zervitor ecc., 6Fonte/commento: Sonetti romaneschi/Correzioni e Aggiunte agosto 35.]
  3. Non hanno altro con sé.
  4. Unti, sordidi.
  5. Qua si può ben dire.
  6. E si può replicare.
  7. Benchè a dir vero.

Note

    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.