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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1835
LUI SA ER PERCHÉ
Armanaccà1 nnoantri2 poveracci
Perchè Ssu’ Santità cce pela e scarca?3
Qualunque cosa sii, bbon prò jje facci:
In st’imbrojj sce vò4 ffede e rrisarca.5
Chi ha ppiselli6 da dà7 dunque li cacci.
Er nostro incrementissimo Monnarca
Pijja moneta fina e cquadrinacci,8
Ché ttutt’è bbono pe’ ajjutà la bbarca.
Fraterie, sordatesche, bbirbioteche,
Funzione pe’ li vivi e ppe’ li morti,
Spese a rraggion veduta e spese sceche...
Tutto questo, e un po’ ppiù, ccosa siggnifica?
Ch’er Papa nun ha ppoi tutti li torti
Si9 ha ttanta smania d’intonà er Maggnifica.10
30 agosto 1835
- ↑ Almanaccare, indagare.
- ↑ Noi altri.
- ↑ Ci pela e scalca.
- ↑ Ci vuole.
- ↑ Ci vuol fede. Espressione tolta dal Foederis arca delle litanie.
- ↑ Quattrini.
- ↑ Da dare.
- ↑ Moneta di rame.
- ↑ Se.
- ↑ Magnificat anima mea, etc.
Note
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