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Questo testo fa parte della raccolta Poesie di Giovanni Berchet

MATILDE


romanza


La fronte riarsa,
     Stravolti gli sguardi;
     La guancia cosparsa
     D’angustia e pallor:
               Da sogni bugiardi
     Matilde atterrita,
     Si desta, s’interroga,
     S’affaccia alla vita,
     Scongiura i fantasmi
     Che stringonla ancor:

«Cessate dai carmi;
     Non ditelo sposo:
     No, padre, non darmi
     All’uomo stranier.
               «Sul volto all’esoso,
     Nell’aspro linguaggio
     Ravvisa la sordida
     Prontezza al servaggio,
     L’ignavia, la boria
     Dell’austro guerrier.

«Rammenta chi è desso,
     L’Italia, gli affanni;
     Non mescer l’oppresso
     Col sangue oppressor.
               «Fra i servi e i tiranni
     Sia l’ira il sol patto. —
     A pascersi d’odio
     Que’ perfidi han tratto
     Fin l’alme più vergini
     Create all’amor.» —


E sciolta le chiome,
     Riversa nel letto,
     Dà in pianti siccome
     Chi speme non ha.
               Serrate sul petto
     Le trepide braccia,
     Di nozze querelasi
     Che niun le minaccia,
     Paventa miserie
     Che Dio non le dà.

Tapina! L’altare,
     L’anello è svanito;
     Ma innanzi le pare
     Quel ceffo tuttor.
               Ha bianco il vestito:
     Ha il mirto al cimiero;
     I fianchi gli fasciano
     Il giallo ed il nero,
     Colori esecrabili
     A un italo cor.

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