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Contra il tiranno Amor, cui sempre cura Quando al lugubre suon di mesti accenti
Questo testo fa parte della raccolta Bernardo Morando

VIII

ALLA COMICA LAVINIA

     Mentre con umil socco in cari accenti
tutto il regno e i tesori apri d’Amore,
non è, Lavinia, chi gli strali ardenti
per te d’amor non senta dolci al core.
     Se col coturno spieghi aspri lamenti,
non è cor che non gema al tuo dolore;
se favellando giri i rai lucenti,
alma non è che non ne provi ardore.
     S’apri le labbra al riso o gli occhi al pianto,
non è sí duro cor, che a te soggetto
possa di libertá piú darsi il vanto.
     Ma, sia tragico o lieto, ogni tuo detto
è sempre finto, ed altri prova intanto
non finto duol, non finte piaghe al petto.

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