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Traduzione dal greco di Angelo Maria Ricci (1824)
Antichità
Questo testo fa parte della raccolta Le odi di Anacreonte e di Saffo


MORTE DI CEICE E ALCIONE


Dall’Antologia.


Vedi que’ bianchi augelli
     Giammai divisi al vol?
     Sposi già furon quelli
     4Che non divise il duol.

Odi dal mare, o Bice,
     La tenera Alcion?
     Chiama lo sposo e dice:
     8Sempre a te fida io son.

Le mal sicure vele
     Sciolse Ceice un dì,
     Ed Alcion fedele
     12Lui col sospir seguì.

In sulla smorta faccia
     Freddo il sospir tornò,
     E la feral minaccia
     16Del mar v’effigiò.


Ahi che su quella sponda
     Lo sposo estinto un dì
     Vide... lanciossi... e l’onda
     20In morte ancor gli unì!

Ma poichè l’onde avare
     Son sempre, e il mar crudel,
     Giove gli tolse al mare
     24E gli commise al ciel.

Bice, dal flutto infido
     S’io non ritorno a te,
     Non t’accostare al lido,
     28Nè chiedermi perchè.

Nè al mio destino avvinta,
     Nè sotto un altro vel,
     Meco ti bramo estinta,
     32O il mar nè accolga o il ciel.

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