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MORTE DI PIRAMO E TISBE.
Io dir vorria di Piramo
Il duro caso atroce,
Ma già le corde attonite
Niegan l’arguta voce
5E l’armonia fedel.
Chi pinger può quel dubbio,
Quando la belva ahi! vede;
Chi può ridir quel brivido,
Quando si mira al piede
10Della sua Tisbe il vel?
Chi imiterà quel palpito
Di sdegno e di pietate,
Quando di Tisbe inchinasi
Sulle memorie amate...
15Che far dovea?... morir.
Chi seguirà l’anelito
Di lei che giunge... e mira...
Non cade no... precipita
Su quell’acciar... già spira...
20Che far potea?... morir.
Ben v’arrossiste o candidi
Frutti del sangue amato,
Poichè del caso orribile
Ebber natura e il fato
25Più che pietà, rossori
Ben mel dicesti, o cetera,
In suon dolente e roco:
Taci... alla fida istoria
Troppo daresti... e poco
30A chi conosce Amor.