Questo testo è stato riletto e controllato. |
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti d'alcuni arcadi più celebri/Francesco da Lemene
VII1
Non scenda no dal sempiterno regno,
Per vendicar Gesù, fulmine, e tuono,
Nè ’l Guerrier, che domò l’altero ingegno,
Ch’erger volea sull’Aquilone il trono.
5Se porge il Dio tradito a laccio indegno
La sacra man, che d’ogni ben fa dono,
Vuole inulto soffrir barbaro sdegno,
Già Dio delle vendette, or del perdono.
Ma tu di lui seguace, o Coro eletto,
10Perchè non rechi aita al tuo Signore
In duri nodi incatenato, e stretto?
Mira ignobil perfidia, e vil timore!
Altri sen fugge, e senza cuore ha il petto;
Altri lo segue, e senza fede ha il core.
- ↑ Nel Venerdì Santo.
Note
Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.