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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti d'alcuni arcadi più celebri/Benedetto Menzini
XIV1
Or vedi come il ferro acuto strinse
Colei, che ’l Mondo e forte e casta appella:
Misera! Oh quanto fu profonda e fella
La piaga, che Lucrezia a morte spinse!
5Mira poi l’altra, che a morir s’accinse
Di rio veleno, a sè crudele anch’ella:
Oh come s’ecclissò l’Egizia stella,
E come di pallor fosco si tinse!
Ben potea torsi all’una il ferro ignudo,
10Celarsi all’altra il tosco, e dell’arena
Libica ogn’angue dispietato e crudo.
Deh perchè odia la via alma e serena?
A un cuor pudico l’Innocenza è scudo,
E all’alma impura il fallir proprio è pena.
- ↑ Pittura di Lucrezia, e di Cleopatra.
Note
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